2023-02-08

Controllo partita iva estera: perché farlo e come?

Myriam Zanatta
Myriam Zanatta
Controllo partita iva estera: perché farlo e come?

Come trovare la migliore soluzione per la tua gestione delle spese 7 punti da tenere in considerazione per scegliere quale tool soddisferá meglio le tue necessitá specifiche, attuali e future.

Sapere come fare il controllo della partita iva estera è importante. Infatti, professionisti ed imprese per poter effettuare operazioni di lavoro con l’estero devono essere in possesso della partita IVA comunitaria, la quale permette di intrattenere rapporti lavorativi con l’estero.

Non tutti ne hanno diritto e per richiederla è necessario inviare un’apposita comunicazione con Comunicazione Unica all’atto di apertura della partita IVA stessa.

In questo modo si avrà l’autorizzazione legale per operare con aziende e liberi professionisti situati all’estero.

Esistono però particolari casistiche che prevedono l’apertura di una partita IVA ancor più specifica, la partita IVA estera o extracomunitaria, e relativa ad aziende che non hanno la propria sede legale all’interno di uno degli Stati membri.

Come aprire e come procedere al controllo della partita IVA estera

Prima di spiegare come registrare la partita IVA extracomunitaria è doverosa una precisazione. Per registrare la partita IVA comunitaria, valida per gli Stati membri dell’Unione Europea, è necessario iscriversi al VIES (Vat Information Exchange System). Questo tipo specifico di partita IVA è richiedibile da tutti i soggetti, liberi professionisti o aziende, che hanno rapporti lavorativi con l’estero. Questa può essere fatta direttamente sul sito dell’Agenzia delle Entrate oppure presso il proprio commercialista.

Diverso è il caso per la registrazione della partita IVA estera o extracomunitaria. Nel caso in cui si decida di aderire al regime fiscale europeo UE, si può procedere con l’adesione allo stesso VIES, pur essendo titolari di partita IVA extracomunitaria. Un caso similare è stato applicato all’azienda internazionale Amazon che ha sede in Irlanda e un numero di Partita IVA irlandese.

Nel caso di altri Stati extra UE, al contrario, non è richiesta l’iscrizione ad un registro europeo. Non serve necessariamente essere uno Stato situato al di fuori dell’Unione Europea ma semplicemente non appartenere all’UE, come nel caso del Regno Unito, della Svizzera o della Repubblica di San Marino.

Esistono però sistemi paralleli adottati dai singoli Stati extra europei che permettono di effettuare un controllo della partita IVA estera.

Perché procedere al controllo della partita IVA estera

Se la verifica di una partita IVA tradizionale è molto utile per aggirare le frodi fiscali o controllare i dati da inserire all’interno di una fattura, anche il controllo della partita IVA estera può rivelarsi fondamentale per gli stessi motivi.

In alcune situazioni, infatti, prima d'iniziare una collaborazione con un partner estero, si potrebbe voler controllare il dettaglio della partita IVA del collaboratore/fornitore in modo da essere certi che il soggetto possa tranquillamente operare con l’estero.

Come effettuare il controllo della partita IVA estera

A differenza della verifica di una partita IVA comunitaria che, come già precisato deve essere iscritta al VIES e che può essere verificata consultando online questo sistema, il controllo della partita IVA estera può essere sempre fatto online ed in maniera gratuita ma utilizzando altri servizi similari.

Fino al 2017 era possibile utilizzare un servizio apposito messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate denominato come “servizio V@t on e-service”. Il servizio è stato però dismesso nel 2017 per la consultazione dei dati delle partite IVA e rimpiazzato dal registro MOSS, un regime speciale dedicato alle imprese che operano nel settore delle telecomunicazioni, teleradiodiffusione e per quelli prestati in via elettronica. È quindi più dedicate alle imprese digitali e agli e-commerce.

Ad oggi si possono utilizzare diversi strumenti per effettuare il controllo della partita IVA estera. Uno tra questi è ad esempio il sito “Vat Search”,il quale fornisce dati sulle partite IVA di 29 Paesi al mondo.

Qui sotto riepiloghiamo le istruzioni per poter controllare la partita IVA con questo sito:

  • nel campo “Who?” è possibile inserire il nome dell’azienda o del libero professionista, così come il numero di partita IVA stesso
  • selezionare in alto il Paese destinatario della ricerca
  • all’interno del campo “Where?” inserire il codice postale e l’indirizzo

Dopo qualche attimo di elaborazione il sito ci restituirà i dettagli della partita IVA verificata.

Non tutti i Paesi però sono presenti all’interno del sistema “Vat Search”.

La Svizzera ad esempio, in qualità di Paese extra UE, ha creato un comodo sistema per questo genere di controlli. Il sito è quello della Confederazione Svizzera IDI e si può consultare a questo indirizzo.

Per effettuare il controllo della partita IVA estera di un’attività presente all’interno della Repubblica di San Marino è possibile consultare il relativo Registro delle Imprese a questo link https://registroimprese.cc.sm/.

Il consiglio generale è quello di consultare l’archivio fiscale di ogni Paese che mette a disposizione un sistema informatico, al pari del VIES, in modo da poter verificare i dati e i dettagli di uno specifico numero di Partita IVA.

Novità nel 2023

La flat tax Per Le Partite IVA 2023: Cosa Cambia Per I Professionisti In Regime Ordinario

Come accennato, per le partite IVA in regime ordinario, il calcolo dell’imposta sostitutiva avviene in modo differente, rispetto alle partite IVA in regime forfettario. 

Lo stesso vale, in caso di applicazione della flat tax. Le tasse, in questo caso, vengono calcolate applicando un’aliquota fissa del 15%:

·       su una base imponibile non superiore a 40.000 euro;

·       pari alla differenza tra il reddito d’impresa e di lavoro autonomo percepito nel 2023 e il reddito di lavoro autonomo del valore più elevato, percepito nel triennio precedente. 

Detto in altre parole, la flat tax viene applicata solo sull’aliquota incrementale del reddito percepito negli ultimi tre anni. Per questo si chiama flat tax incrementale

I contribuenti in regime ordinario, non soggetti quindi a regime forfettario nel 2022, possono assoggettare l’aliquota del 15% ad una parte di incremento del reddito registrato nel 2023 rispetto al reddito più alto registrano negli ultimi 3 anni e per una cifra non superiore a 40.000 euro.

Inoltre, per questo reddito più alto è prevista una franchigia del 5% soggetta alla tassazione Irpef ordinaria. 

Una domanda sorge spontanea a questo punto: la flat tax conviene davvero? 

Come Cambierà La flat tax?

Fino ad ora abbiamo parlato di liberi professionisti in regime ordinario, accennando solamente alle partite ive forfettarie.  Tuttavia, c’è un importante cambiamento in arrivo anche per chi adotta questo regime fiscale agevolato.

Infatti, nel 2023, dovrebbe cadere il limite di fatturato fissato negli anni precedenti a 65.000 euro per le partite IVA forfettarie. Si potrà fatturare fino a 85.000 e mantenere l’aliquota al:

  • 5% nel caso in cui l’attività è aperta da 5 anni;
  • 15% nel caso in cui l’attività è avviata da più di 5 anni.

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