Raggiungere un cliente che ha l’ufficio in un’altra città, lavorare temporaneamente nella sede estera della propria azienda, prendere un volo per raggiungere un convegno di settore: i motivi per cui un dipendente è chiamato a lavorare in una città diversa rispetto a quella abituale sono più di uno.
Che cos’è, esattamente, una trasferta?
Con trasferta si intende il trasferimento e il soggiorno temporaneo del lavoratore verso una località diversa da quella usuale. Si tratta quindi di un mutamento temporaneo del luogo di esecuzione della prestazione.
I costi sostenuti dal dipendente durante il periodo di trasferta devono essere rimborsati dall’azienda, che può scegliere tra diverse modalità: indennità di trasferta, rimborso a piè di lista e rimborso ibrido.
Ma che differenza c’è, anche da un punto di vista fiscale, tra trasferte in Italia e trasferte all’estero?
Trasferte in Italia e trasferte all’estero: ecco le differenze
Importi
La prima, sostanziale differenza riguarda gli importi. Le indennità di trasferta sono calcolate in base al CCNL: più la durata della trasferta è lunga, più i contratti collettivi nazionali prevedono somme maggiori.
Per questo le aziende tendono a organizzare le trasferte estere dei lavoratori in modo da condensare più attività possibili. Ottimizzare tempi e produttività sono quindi le chiavi per trasferte all’estero redditizie.
Trattamento fiscale
Un’altra differenza riguarda il trattamento fiscale. La destinazione verso la quale verrà inviato il dipendente ha conseguenze sulle tasse e i contributi che l’azienda deve versare. Nel caso venga erogata l’indennità di trasferta, la parte eccedente la somma stabilita da contratto nazionale di riferimento è soggetta a contributi e tasse:
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Per la parte che eccede euro 46,48 al giorno in caso di trasferte nel territorio nazionale, al netto delle spese di viaggio e trasporto;
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Per la parte che eccede euro 77,47 al giorno in caso di trasferte all’estero, al netto delle spese di viaggio e trasporto.
Nel caso di rimborso a piè di lista, il rimborso delle spese di viaggio, trasporto, vitto e alloggio (debitamente documentate) fuori dal territorio comunale non è imponibile. Per le altre spese, anche non documentabili (come mance e parcheggi) la parte che eccede euro 15,49 al giorno in Italia ed euro 25,82 per l’estero è tassabile e soggetta a contributi.