Capita spesso che gli amministratori, nello svolgimento del loro incarico, debbano sostenere delle spese durante le trasferte effettuate per conto della società.
Rimborso spese amministratori: aspetti generali
I rimborsi spese agli amministratori variano in base alla natura del rapporto tra amministratore e società. Nella fattispecie, incide il fatto che l’amministratore sia un professionista con partita IVA oppure un soggetto non titolare di partita IVA:
- se l’amministratore svolge un’attività di lavoro professionale (come il dottore commercialista) connessa all’attività dell’impresa, il trattamento fiscale del rimborso spese è quello proprio dei redditi di lavoro autonomo.
- se l’amministratore è un lavoratore dipendente o parasubordinato della società, riceverà un rimborso spese a cui si applicano le regole proprie del reddito di lavoro dipendente.
Nella maggior parte dei casi, l’amministratore di società non è titolare di partita IVA, e pertanto non è un amministratore professionista. In questo caso, quindi, il rimborso delle spese di vitto, alloggio e trasporto dipende dalla tipologia contrattuale dell’amministratore. Nel caso in cui l’amministratore sia un lavoratore parasubordinato della società, e quindi percepisce un compenso di amministratore come collaboratore coordinato e continuativo, viene applicato l’art. 51 del TUIR. È bene ricordare che è previsto un trattamento fiscale agevolato solo per i rimborsi spese inerenti le trasferte effettuate fuori del comune della sede dell’azienda per cui lavora l’amministratore.
Rimborso spese amministratori: le tipologie principali
Il rimborso spese degli amministratori, così come quello dei dipendenti, può essere di tre tipologie: rimborso spese forfettario, rimborso a piè di lista e rimborso ibrido. A seconda della tipologia di rimborso prescelta, il rimborso spese dell'amministratore ha un diverso trattamento fiscale, esattamente come come accade per i dipendenti.