Dopo l’accantonamento definitivo del regime dei minimi, il regime forfettario è il regime fiscale più vantaggioso per chi vuole aprire una nuova partita IVA. Vediamo più nel dettaglio quali sono i requisiti e i vantaggi.
Regime forfettario 2019: requisiti
Per effetto delle modifiche apportate dalla Legge n. 145/2018, la normativa che regolava l’accesso al regime forfettario in vigore fino al 31 dicembre 2018 ha subìto dei cambiamenti. La normativa ora vigente prevede che:
- le spese per lavoro dipendente e assimilati non devono essere superiori a € 5.000 lordi; alla determinazione del limite concorrono anche le somme erogate sotto forma di utili da partecipazione.
- i ricavi e i compensi non devono superare il limite che varia da € 25.000 fino a € 65.000 a differenza del tipo di attività svolta.
Fino all’anno scorso, il limite di compensi per il regime dei minimi era di 30.000 euro di compensi annui. Grazie all’aumento del limite a 65.000 euro, molti più professionisti hanno potuto accedere a questa nuova agevolazione fiscale.
Partita IVA e regime forfettario: vantaggi
Il vantaggio principale del regime forfettario riguarda la semplificazione IVA. I contribuenti in regime forfettario operano in un regime di franchigia dell’IVA, e per questo sono esenti da molti obblighi previsti dalla normativa sull’imposta sul valore aggiunto. Queste le caratteristiche principali:
- divieto di rivalsa dell’IVA su fatture, scontrini o ricevute fiscali emessi durante l’applicazione del regime forfettario;
- divieto di esercitare il diritto alla detrazione dell’IVA assolta, dovuta o addebitata sugli acquisti;
- esonero dalla registrazione delle fatture emesse, dei corrispettivi, delle fatture d’acquisto;
- esonero tenuta e conservazione dei registri e documenti (con eccezioni);
- esonero liquidazione, versamento e dichiarazione IVA;
- esonero presentazione della comunicazione delle operazioni rilevanti ai fini IVA.
Rimborso spese e regime forfettario
Mettiamo caso che un professionista sostenga, per lavoro, delle spese di viaggio analiticamente documentate (per esempio quelle relative all’hotel) attraverso una fattura a lui intestata e con addebito a piè di lista al committente. Queste spese concorrono alla base imponibile per il calcolo della rivalsa previdenziale, alla formazione dell’imponibile su cui calcolare la ritenuta d’acconto e alla formazione dell’imponibile IVA. Tali costi influiranno sul superamento o meno del limite di ricavi/compensi per agire nel forfettario.